Carissimi Confrati e Consorelle, con la Domenica cosiddetta “di Lazzaro”, V di Quaresima, al cammino verso la Pasqua si imprime un’accelerazione, e guardiamo già alla Settimana Santa – il cui portale d’ingresso sarà la Domenica delle Palme – che quest’anno, per le ragioni a tutti note, vivremo in situazione di “diaspora”. Costretti nelle nostre case, non avremo la possibilità di partecipare alle celebrazioni liturgiche. Questo ci procura una profonda sofferenza che va ad acuire quella già grande per la morte di tanti nostri fratelli, causata dal letale virus, e per l’incerta sorte di tanti altri affetti dal morbo, così come per il malessere che si sta ingenerando nella popolazione duramente provata. Ma noi, come ci ricorda il nostro Papa, “non ci lasciamo rubare la speranza” e continuiamo ad avere fiducia in Dio che mai abbandona il suo popolo e sempre lo sostiene con la soavità del suo amore. A Betania Gesù risuscita l’amico Lazzaro per dirci che egli è il Signore della vita e che – come ci ricorda il Salmo – “Non lascerà che il suo santo veda la corruzione”. Animati da una tale fiducia, guardiamo in avanti e già ora vediamo i segni del provvidente intervento divino nello stuolo di medici, infermieri, operatori sanitari e volontari di ogni genere che in questi giorni si prendono cura dei nostri fratelli ammalati. Per noi resta anche l’amarezza di non poterci incontrare, come sempre in questa Domenica, per celebrare in Cattedrale, con il nostro Arcivescovo, la “Pasqua del Confrate”. Vivremo anche questo appuntamento “nel desiderio”, con l’auspicio – superata l’emergenza – di poterci riabbracciare. E sarà Pasqua! Sempre uniti nella preghiera. Vi benedico. Mons. Giovanni Cassata, Delegato Arcivescovile.